Acqua SacraUn torrente, un vecchio ponte in mattoni, dall’alto lo sguardo del campanile romanico a custodire, silenzioso ed efficiente, il borgo nel Basso Monferrato e lo scorrere dell’acqua.
L’uomo, ossia la componente umana, qui ci arriva attraversando il boschetto che circonda gli argini, per raggiungere le piccole spiagge di sabbia. Di solito, qui, la gente ci arriva portando il rumore non sempre piacevolissimo delle radio, e le voci dei bambini che giocano nell’acqua, il tonfo dei loro tuffi dal piede del ponte, i richiami delle madri che invitano inutilmente alla moderazione – suoni e colori che si mescolano e stemperano nel verde delle fronde e nel grigio azzurro dell’acqua che scorre sui ciottoli: siamo umani, d’altronde, e il silenzio non è la nostra dimensione. Ma torrente, spiaggia e alberi sembrano sorriderne, tolleranti della forza di chi, in questo posto, c’è da molto più tempo di noi, e ci sarà ancora quando noi non ci saremo più. Ma c’è un momento speciale, in cui nonostante ogni altro suono, quel che si fa strada fino a mettersi al centro di ogni sguardo è il silenzio rispettoso di chi si avvicina all’acqua non solo per rinfrescarsi, ma per cercare qualcosa di più profondo. Un momento in cui il passato e il futuro si annullano alla ricerca di un istante straordinario, quello in cui il torrente diventa "Acqua Sacra", perché le sue piccole onde lambiscono le sponde non solo con la forza della natura, ma con quella della fede. È l’incontro tra l’umano e il riflesso del divino nella fede di chi si avvicina, con la felicità di una risposta trovata. In quel momento, l’acqua del torrente diventa segno di novità possibile: ogni goccia si fa preghiera, ogni onda promessa di benedizione. Cogliere l'istante in cui il torrente diventa segno di nuova vita, manifestazione di un’acqua sacra, significa guidare l’obiettivo in una missione quasi impossibile: seguire il ritmo dell'acqua e insieme il soffio della fede, cercando di catturare non solo la scena, ma soprattutto l'emozione che la costruisce. È un cammino che non riguarda solo il paesaggio esteriore, fatto di alberi, pietre e acqua, ma anche quello interiore, dove l'anima del credente si muove verso una rinascita. Ogni passo verso l’acqua è un viaggio, un attraversamento di paesaggi umani fatto di dubbi, speranze, paure e desideri, che culmina nell’incontro con l’extra-ordinario, il sacro. Così, il torrente, il ponte, il campanile diventano testimoni silenziosi di una contaminazione reciproca: il paesaggio naturale trasformato dalla presenza umana, il paesaggio del cuore dell’essere umano cambiato dal segno indelebile di quelle acque, quel giorno. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|