Là dove l'acqua di Tevero s'insala...Il quartiere di Fiumara Grande a Fiumicino dall’aria vagamente pasoliniana, si sviluppa sulla costa laziale in corrispondenza di Roma, La borgata dei pescatori è un concentrato di bellezza circondato dal degrado che l’abbandono di questa area ha determinato. Il vecchio faro abbandonato da 50 anni è assediato da ogni tipo di rifiuto accumulato dal mare e dall’incuria degli uomini, alla sua destra grandi ragni si stagliano malinconici, sono i vecchi bilancioni di cinematografica memoria ormai non più funzionanti.
Qui il mondo sembra essersi fermato. La varietà del paesaggio e delle sue funzioni, le sue aree non ancora urbanizzate, la presenza di aeroporti e la conformazione che la rendono adatta alla creazione di un nuovo porto hanno reso l’area appetibile per società che agiscono con finalità speculative. Il primo progetto per realizzare un porto risale ai primi anni ’70, ma solo nel 2010 la società IP forte di un finanziamento regionale pone la prima pietra del “Porto della Concordia”. Il finanziamento della regione presupponeva la costruzione di una serie di infrastrutture, riqualificazioni e sistemazioni urbanistiche in cambio della concessione ad operare su oltre 100 ettari di territorio demaniale. A partire dalla consuetudine del subappalto nel tempo i lavori sono stati affidati di volta in volta a diverse società, l’ultima è l’Acqua Marcia S.p.A. dell’imprenditore Caltagirone, che prima di essere inquisito con la conseguente messa sotto sequestro di tutta l’area, riesce a costruire solo una diga foranea per delimitare il bacino del porto. La conseguenza di tutto questo è il degrado del territorio che vive ormai in una situazione di stallo monitorata dagli attivisti del comitato popolare “Fiumicino resiste”. Uno dei primi atti di ribellione è l’occupazione di uno dei bilancioni da parte del collettivo “No porto” con l’obiettivo di preservare la spiaggia dalle speculazioni di privati. L’occupazione che vede alterne vicende si conclude nel 2017, i giovani attivisti ottengono il libero accesso attorno ai bilancioni, sogno che dura poco visto che la società Royal Caribbean Cruises acquista l’area e propone un nuovo progetto che sulla carta risulta avere un impatto sul territorio ancora più importante dei precedenti. Un progetto caratterizzato da interventi di dragaggio che generano inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo e lo sconvolgimento dell’equilibrio sedimentario della costa. Nell’ultimo anno, anche grazie alle mobilitazioni per il clima, vari collettivi e comitati di quartiere si sono attivati per ottenere la revoca della concessione e la proposta di un recupero dell’area attraverso interventi di tutela delle caratteristiche strutturali, paesaggistiche e archeologiche. In questo contesto si scrive l’esperienza di Gianfranco Miconi, un appassionato naturalista che cambia strutturalmente la sua vita, ottiene in concessione un bilancino e lo elegge a sua dimora. È da qui che Gianfranco diventa guardiano e depositario della storia del territorio. |
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